Tra il 1980 e il 2000 il Perù ha vissuto una situazione di violenza politica senza precedenti che ha lasciato un doloroso esito di omicidi, sequestri, desaparecidos, torture, detenzioni illegali, gravi crimini e violazioni dei diritti umani. Il periodo del conflitto ha portato con sé la peggiore crisi economica, politica e sociale di tutta la storia della repubblica peruviana, colpendo soprattutto coloro che sono stati costretti ad emigrare verso città come Lima, trovandosi a vivere in condizioni di estrema difficoltà ed indigenza negli immensi e precari insediamenti sorti nelle periferie, chiamati pueblos jovenes o asentamientos humanos.
Il fatto di essere desplazados ha comportato nell’immediato la perdita di diritti fondamentali (vita, integrità personale, residenza, proprietà, protezione della famiglia) e delle libertà politiche, l’impoverimento economico e culturale. In seguito alla cronicizzazione della condizione di desplazados, la maggior parte di queste famiglie sono ancora escluse da ogni opportunità di integrazione socio-economica e mal tollerate a fronte di situazioni di convivenza con l’altra parte benestante della cittadinanza. Le Piccole Suore Missionarie della Carità (PSMC) considerano prioritario accogliere presso il proprio asilo questi bambini, figli di donne che cercano di raccogliere come possono, spesso lavorando in nero, le risorse per tirare avanti.
A Manchay, periferia di Lima nell’Asilo St. Teresita, fondato nel 1993 dalle Piccole Suore Missionarie della Carità (PSMC), trovano un posto sicuro dove stare, mangiare, cominciare a relazionarsi in maniera sana con il prossimo. L’intervento promosso dal SEV Orione ‘84 ha deciso di ricreare un’azione di sviluppo appropriata per migliorare le condizioni di vita dei bambini delle famiglie sfollate nella periferia di Lima. La formazione in materia di prevenzione della violenza familiare e di abuso sui minori, sono stati considerati punti chiave come mezzo di autodifesa della loro integrità come individui e i loro figli.
Allo stesso modo, uno degli assi principali del progetto consisteva nella promozione dell’empowerment delle donne nel rispetto della loro dignità di persona, come lavoratore e come madre responsabile della sicurezza dei propri figli. Questo è stato fatto attraverso l’attivazione di laboratori produttivi che servissero alle donne come strumento per generare un’occupazione giusta e dignitosa, per favorire la loro indipendenza economica e, insieme a loro, la fiducia in se stessi per essere in grado di liberarsi dalle situazioni di violenza in cui sono sottoposti.
A sua volta, hanno avuto l’opportunità di vedere se stesse come un esempio per i propri figli e figlie e altre donne della zona che soffrono situazioni simili. L’inclusione delle beneficiarie nelle attività ha prodotto un effetto moltiplicatore con le altre donne della comunità, accompagnando il processo di formazione dei reti per generare alleanze strategiche contro la violenza e i maltrattamenti ai minori e le donne.